Mercoledì, 04 Aprile 2012 02:49

Una mostra viaggio nella spiritualità delle icone

Scritto da  Gerardo
Sabato 31 marzo è stata inaugurata presso la Casa del Boccaccio di Certaldo la mostra “Oltre le Porte Regali. Viaggio nella spiritualità delle Icone”, esposizione delle icone della Collezione Belvedere S.p.A. provenienti dal Museo di Icone Russe “F. Bigazzi” di Peccioli e organizzata dalla Fondazione Peccioliper con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Certaldo in collaborazione con l’Associazione M.A.N.
Nel seguito, il resto del comunicato e alcune foto della mostra.


Nella mostra “Oltre le Porte Regali. Viaggio nella spiritualità delle Icone” è stata esposta una selezione di 30 opere tra icone dipinte e di bronzo di proprietà di Belvedere S.p.A.
La Collezione Belvedere S.p.A. costituita nel 2007 e conservata all’interno del Museo delle Icone Russe “F. Bigazzi” di Peccioli comprende due tipologie di icone. Icone lignee datate e/o firmate dal XVIII al XX secolo (70 pezzi inclusi un Vangelo a stampa del 1903, un Analoghion e una Porta regale), i cui luoghi di provenienza sono, oltre alla Russia, l’Armenia, i Balcani, Costantinopoli, l'Estonia, Gerusalemme, la Grecia, le Isole Ionie, la Lettonia, il Monte Athos, la Romania, la Transilvania e l’Ucraina; e croci, icone e polittici russi di bronzo dal XV al XX secolo (75 pezzi per la maggior parte tipici della produzione dei vecchi Credenti, e che includono due icone dipinte in cui sono inscritte rispettivamente una croce e una croce con un trittico della Deesis).

L’inaugurazione della mostra si è aperta, alla presenza di un pubblico appassionato e di Renzo Macelloni, Presidente della Fondazione Belvedere, con un intervento di Andrea Spini, promotore della Mostra, e un saluto di Giacomo Cucini, assessore alla Cultura del Comune di Certaldo. Hanno quindi preso la parola Arnaldo Nesti e Daria Maltseva, che hanno illustrato sia il carattere e la funzione delle icone nella religione e nella cultura ortodossa e in particolare quella russa, sia le caratteristiche della collezione della Belvedere di Peccioli.
Ambedue hanno sottolineato come sia riduttivo inserire soltanto nella storia dell’arte una esperienza visiva e spirituale come quella delle icone e come sia limitativo fruire della bellezza dei colori e delle immagini rappresentate al di fuori del contesto sacro per cui sono state concepite. Insomma al di là delle “porte regali”, anche sulla scorta del bellissimo saggio di Pavel Florenskj del 1922, ci attende una avventura che va al di là del mondo fisico, dove la luce si fa esperienza profonda del sacro e ogni sfumatura dei colori ci dice cose altrimenti indicibili.


Giuseppe Picone
3 aprile 2012









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